venerdì 6 gennaio 2006

Uomini di pace e uomini per così dire


Ariel Sharon, falco e colomba della recente storia israeliana, sta vivendo ore drammatiche, e al di là di ogni considerazione positiva o negativa sul suo operato, fanno davvero ribrezzo le parole di Ahmud Ahmadinejad, presidente della Repubblica Islamica di Iran: «Il macellaio di Sabra e Shatila ha raggiunto i suoi antenati e altri lo seguiranno presto [...] Dobbiamo credere che l'Islam non ha confini geografici, gruppi etnici e nazioni. È una ideologia universale che conduce il mondo verso la giustizia.».
Noi che l'Islam vero lo conosciamo, che lo abbiamo studiato ed anche apprezzato, noi che abbiamo tradizioni storiche (come quelle siciliane) di commistione tra modelli culturali cristiani ed islamici, noi che viviamo in città e quartieri a contatto con maghrebini e arabi e albanesi, non possiamo credere davvero che l'Islam sia questa accozzaglia di odio e disumanità a cui il Rais di Teheran, lo vorrebbe ridurre. Crediamo invece che l'Islam è simbolo di pace e concordia, di amore in Dio e nella verità.
Non possiamo non respingere con forza le parole di chi si ostina a negare l'Olocausto, di chi vieta ai suoi cittadini l'ascolto della musica pop (perché sarebbe anti-religiosa), di chi non ha il minimo senso diplomatico e nemmeno il senso della storia (pur avendo studiato in una delle migliori università del Medio Oriente).
Ariel Sharon è stato uno dei principali artefici del processo di pace in Palestina, e questa affermazione è suffragata finanche da Mahmud Abbas (Abu-Masen), che della Palestina è il leader. Negarlo è ipocrita.
Speriamo, umanamente, che il leader israeliano possa continuare i suoi giorni, e che, se lui non potrà, il cammino di Israele (e di Kadima, Avanti, il nuovo partito da lui fondato, in vista delle prossime elezioni nel Paese) possa essere guidato da un leader di altrettanto carisma, probabilmente Ehud Olmert, o magari quel carismatico Shimon Peres, anch'egli pietra miliare della storia di Israele e del processo di pace con la Palestina.
Ci saranno due stati che possano convivere pacificamente, nei luoghi santi? Ci ostiniamo a credere di sì.
Lunga vita a Sharon, e che Dio possa far ravvedere certi avvoltoi che non sanno tenere la lingua a bada.
Per chi volesse seguire le sorti del presidente Sharon, segnaliamo anche i programmi multilingua di KOL Israel.

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