sabato 21 gennaio 2006

Big Brother


Il 21 gennaio del 1950 moriva a Londra Eric Arthur Blair, meglio noto come George Orwell.

Delle sue opere ricordiamo Senza un soldo a Parigi e Londra (1933), La fattoria degli animali (1945) e 1984 (1949); quest'ultimo è il libro che tratta del Big Brother, che controlla tutto e tutti nella ipotetica Eurasia, imponendo una neolingua e inducendo forzatamente al bipensiero, con i suoi drammatici slogans: «l'Ignoranza è Forza», «la Guerra è Pace», «La Libertà è Schiavitù».

Winston Smith, protagonista del libro, è incaricato di censurare libri e articoli politicamente scorretti ed ama Julia, di nascosto, visto che il "Partito" vieta il sesso non finalizzato alla procreazione. Winston si vuole liberare da questa angosciosa dittatura, ma non può. Si confida con O'Brien che crede suo amico, e che invece è un funzionario della psicopolizia, governata dal Minamor (ministero dell'amore, che in effetti l'amore intende reprimere), e viene costretto a rinuciare a Julia e alla "Lega della Fratellanza" (l'opposizione, cui vorrebbe aderire) per sottomettersi completamente al Partito. Il Grande Fratello vuole possedere anche l'anima dei suoi sudditi, controllando tutto, dai mass media ai sentimenti.

Le ambizioni di ogni dittatura, dal nazifascismo al comunismo, dall'URSS alla Cina, il ritratto di ogni dittatore, da Fidel Castro a Milosevic, a Ciaucescu a Saddam. Ed anche di leader apparentemente più "democratici" come Ahmadinejad.
Il lavaggio del cervello, l'annientamento della Persona, del Soggetto e il predominio di uno "Stato" che invece è Oligarchia-Monarchia totalizzante.


A confronto di questa angosciosa e terrificante prospettiva, il "Grande Fratello" televisivo fa persino sorridere, "scompisciare dalle risate", come diceva una mia professoressa. Però, più che al controllo dei mass media, mi viene da pensare alla stupidaggine e alla TV spazzatura. I sociologi possono scrivere e discutere a lungo sul fenomeno, visto che tanta gente morbosamente ama e guarda queste cose, mentre non si cura minimamente di leggere il libro di Orwell, la stessa gente che legge i giornali se c'è la novella divorziata eccellente e non li compra se ci sono ottimi servizi di cronaca o recensioni di libri. Sono la maggioranza, e noi che pensiamo il contrario siamo una minoranza. Bisognerebbe riflettere.

Ma i giornali non lo fanno, e le televisioni neppure.

E stranamente in questa "democrazia" il libero pensiero non viene negato dal Big Brother, ma dal popolo stesso che non lo stima affatto.

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