Stilografica e Computer
Nonostante gran parte della mia attività di informatica e informazione si svolga grazie all'ausilio di computers, software e sussidi informatici vari, continuo a pensarla sempre come Edsger Wybe Dijkstra, il grande maestro dell'informatica, che sottolineava come l'informatica nasca prima nella mente e sui libri e poi si applica al computer. Dijkstra, com'è noto (alcuni suoi appunti sono stati digitalizzati e messi online), scriveva le sue considerazioni e le lezioni sugli algoritmi con una bellissima penna stilografica, e la preferiva a tutte le macchine, ma non per questo si può dire che fosse "contro" i computers.
È solo che i computers sono (ed è meglio che restino) macchine per eseguire velocemente compiti, non oggetti pensanti o capaci di emozioni. E molti oggi lo dimenticano.
Dijkstra amava dire che «l'Informatica non riguarda i computers più di quanto l'Astronomia non riguardi i telescopi» ed anche che «porsi la domanda se un computer possa pensare ha la medesima importanza della domanda se un sottomarino possa nuotare», insomma non serve saperlo. Un computer deve aiutare l'uomo a fare le cose meglio, a consumare meno tempo, meno carta; serve a risolvere algoritmi e problemi; serve a svolgere compiti, e se non sarà mai "Hal 9000" non fa nulla, anzi è meglio per tutti.
Purtroppo dalla quotidiana esperienza mi accorgo che per grandi e piccini computer vuol dire fretta di sedersi davanti ad un monitor, premere un pulsantino e scrivere su una tastiera, senza mai porsi domande analitiche su come funziona, quali algoritmi usa, cosa c'è dentro ed altre legittime curiose questioni.
Non tutti, per fortuna, ma molti fanno così e man mano che l'informatica diventa un affare comune nella nostra vita quotidiana e nelle nostre case, invece di crescere la cultura informatica decresce e delude.
Non voglio (e non lo faccio) parlare di certi corsi tipo "ECDL" che pretendono di "insegnare il computer" spiegando solo MS Office, come se quello fosse *tutto* il computer, senza nemmeno accennare al fatto che ci sono vari sistemi operativi, vari modi di progettare ed intendere le macchine, senza dire che ci può essere il software commerciale e quello Opensource e sa va sans dir...
Vorrei solo che si riflettesse un po', e si ricominciasse magari dalla matematica, dall'analisi, dalla filosofia e dalle lettere. Sì. Potrebbe a prima vista sembrare strano, ma l'Informatica non ha molto senso se non comincia da là, dalle sue basi. Non ha senso saper usare "Powerpoint" e poi non sapere che il linguaggio di programmazione in cui è creato non può prescindere da Gauss, Eulero, dalla teoria dei grafi, da Wittgenstein, dalla logica e da anni di arte grafica, dalla tipografia, dal problema dei quattro colori e da quant'altro. Anche se non si può sapere tutto, almeno un'idea di questo bisogna averla, e bisogna anche insegnarla con questo nuovo spirito, nelle scuole.
Forse sogno, ma intanto anch'io, come Edsger Dijkstra, scrivo i miei articoli prima con la stilo e poi con TextEdit.
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