Quarta Pagina
Di giornalisti che dicono di essere liberi ve ne sono tanti, ma di quelli veramente liberi, com'era quel grand'uomo di Indro Montanelli da Fucecchio, oggigiorno ce ne sono davvero pochi, purtroppo.
Parliamo di giornali "liberi", non organici, che evitano di schierarsi direttamente o indirettamente. Specialmente in questi tempi di campagna elettorale incombente, in cui le pagine degli organi di stampa, nazionali e locali (sa va sans dir delle televisioni), sono spudoratamente piene di facce di politici (buoni e cattivi) e dei loro discorsi "entusiastici".
Non metto in dubbio il fatto che di questa roba si debba dare informazione al lettore-cittadino (che però, diciamocelo in faccia, ha le ...scatolette piene di promesse ripetitive e vuote di senso) e so bene che i giornali "campano" anche con i proventi delle pubblicità elettorali e a volte "sguazzano" in questa roba, ma noto come progressivamente in questi mesi altri temi che potrebbero interessare molto il lettore-cittadino (che dovrebbe essere il "padrone" del giornale, ma *non* lo è) vengano messi da parte e non trovano lo spazio adeguato.
Come cittadino e come operatore dell'informazione la cosa mi irrita parecchio, non solo quando leggo, ma soprattutto quando scrivo, e i miei pezzi di cultura, di informatica, di pensiero e di storia, le recensioni e le opinioni, prima di apparire debbono sempre avere una tediosa trafila di "contrattazione" con i direttori che, seppure affermino di essere d'accordo sul fatto che i temi sociali e culturali valorizzino i loro giornali, poi, nei fatti, negano quanto affermano, riempiendo le pagine di faccione di politici e discorsi "sul metodo" (a capirlo, quale) e cronaca spicciola dai consigli comunali e dal parlamento, con il risultato che la "quarta pagina" - se la tengono - si assottiglia sempre più.
È inevitabile tutto questo? Non lo so più, forse mi illudo (ma meglio illudersi che deludersi), ma penso che questo con uomini lungimiranti come Montanelli o Longanesi probabilmente non accadrebbe.
Quando lo capiranno certi direttori, e certi editori, che non è necessario sbilanciarsi troppo con le pagine della politica, e che oltre la cronaca, il lettore attento vuol leggere di cultura, di società e di opinioni? Chi ancora pensa di vendere il giornale solo ai politici e ai "professionisti" e non al comune cittadino ha sbagliato mestiere.