La Cavalcata di San Giuseppe
La Cavalcata di San Giuseppe a Scicli è sempre uno spettacolo suggestivo.
Una sfilata di cavalli e cavalieri per le vie della città, che rappresenta da oltre un secolo la Fuga in Egitto con San Giuseppe, il Patriarca, che guida Maria e il piccolo Gesù in testa ai fedeli che cavalcano muli e cavalli, percorrendo strade ove sono stati preparati grandi falò, i Pagghiari, che vengono accesi al passaggio del corteo.
I cavalli sono bardati con bardature tipiche infiorate di fiori di violaciocche, il Bàlicu e infiorescenze di gigli selvatici (spatulidda). Bardature preparate con sapiente cura nelle settimane precedenti da maestri esperti. Le scene rappresentano aspetti della vita religiosa e simboli civici.
Una passeggiata, una sfilata di bardature leggere, in spugna ricoperta di fiori, una serena manifestazione, che rende incomprensibile tutto il "levar di scudi" di certi male informati che hanno scritto al Sindaco per chiedere di ...sospendere questa "crudele" ricorrenza. Centinaia di email di gente che pedissequamente inoltra messaggi senza controllare quello che scrive (maledette le chain letters di ogni tipo!).
E tutto questo perché l'anno scorso, un cavallo, poverino, è morto dopo essere scivolato a causa di forte pioggia e terreno viscido. Un solo fatto, spiacevole, in tanti anni. Siamo stati solidali al proprietario, colpito anche effettivamente, e non solo economicamente, dal danno.
Ma negli anni la Cavalcata è stata solo festa e gioia, e lo posso testimoniare sia perché sono nato e cresciuto "Sangiusepparo" al quartiere Villa, sia per averla presentata per la TV, sia anche per aver realizzato per l'APIT una videocassetta promozionale che narra la storia e rende testimonianza della lavorazione, della preparazione e della realizzazione di questo evento religioso e sociale, che coinvolge centinaia di operatori e migliaia di visitatori.
Ora se ne fanno pochi (il metano nelle tubature li sconsiglia), ma un tempo si facevano tanti "pagghiari", si accendevano i falò per poi accendervi le "ciaccàre", fascine per far luce alla Cavalcata e al Patriarca che passa. E si faceva a gara per fare il più alto e grande di Scicli, marinando persino la scuola per andare per settimane a raccogliere "i fraschi", i rami che servivano (a volte rubandoli, si era piccoli...) e tutto quanto occorreva. Per omaggiare San Giuseppe in tutti i quartieri di Scicli. Intanto si preparava la sfilata dei cavalli, per scegliere i "manti" migliori e poi premiarli, e dopo la Cavalcata passava tra i pagghiari, dove in seguito si arrostiva la salsiccia per passare allegramente la serata.
Così, la notte del sabato, tra zòttiri di scecchi e scrùsciu di cianciani (escrementi di asini e rumore di campanacci), per dirla con una poesia di Salvatore Modica, gli sciclitani tornavano (e tornano) a casa felici di aver omaggiato il Patriarca San Giuseppe, la Sacra Famiglia e i cavalli, certi che la Primavera sta per arrivare.
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