Romano Mussolini, Mr. Full
"How high the Moon", suonava (e canticchiava) in quartetto con Carlo Loffredo ed altri in uno dei dischi più famosi tra i collezionisti di Jazz, ed oggi Romano Mussolini (Full), uno dei maestri internazionali del Jazz, a 79 anni ci ha lasciati.
Io e Concetta lo ricordiamo in tre dei suoi concerti tenuti negli anni scorsi a Scicli e a Ragusa. ricordiamo la sua simpatia, il suo umorismo, la sua bravura, ma soprattutto il suo riserbo e la sua educazione. Un grande, come uomo e come musicista. Un grande che ha saputo superare i "problemi" che altri volevano imputare al suo "ingombrante" passato di figlio del Duce. La musica è stata per lui un'evoluzione persino "rivoluzionaria", considerando che negli anni '40 non era affatto facile ascoltare dischi di jazz (col grammofono a manovella di Vittorio, raccontava) e suonare al piano proprio quei brani "americani", vietati nell'Italia di allora dal padre per misteriose ragioni "culturali" o meglio "staraciane".
Il fratello Vittorio lo aveva indirizzato proprio verso quella musica, in cui ha toccato punte di eccellenza, occupandosi poco di politica (contrariamente alla figlia Alessandra). Ma Romano ha voluto occuparsi di storia, con due libri editi da Rizzoli: Il Duce, mio padre (2004) e Ultimo atto. Le verità nascoste sulla fine del Duce (2005), in cui racconta le sue memorie e le sue verità su tante cose che i libri di storia non hanno mai voluto scrivere.
Alla fine degli anni '50, insieme a Nunzio Rotondo, trombettista tra i più prestigiosi del jazz italiano, partecipò al Festival internazionale del jazz di Sanremo. Nel 1957 incise, in trio con Carlo Loffredo al contrabbasso e Pepito Pignatelli alla batteria, sotto lo pseudonimo di Romano Full. Più recentemente con lui hanno suonato Guido Pistocchi e Massimo D'Avola.
Romano Mussolini era anche appassionato pittore e amante dell'arte in genere.
A noi rimane uno dei suoi cd con la collection di alcuni tra i migliori brani del jazz di scuola italiana, di cui il nostro giovane vittoriese Francesco Cafiso è degno rappresentante.